Farro di Monteleone di Spoleto

I primi documenti che attestano la coltivazione del farro nella zona di Monteleone di Spoleto risalgono al XVI secolo, ma sicuramente già in epoca etrusca il prezioso cereale era utilizzato.

A dimostrarlo il ritrovamento archeologico di alcuni cereali, tra cui il farro appunto, all’interno della tomba etrusca della famosa biga del VI secolo a.C., rinvenuta pressoché intatta proprio nel comune umbro, e oggi custodita al Metropolitan Museum of Art di New York.

A sottolineare quanto il farro sia importante per la popolazione di Monteleone, il 5 dicembre, alla vigilia di San Nicola, nel borgo si svolge un rituale la cui tradizione si perde nella notte dei tempi. Il Parroco prepara nella canonica della chiesa di S. Nicola una minestra di farro che viene cotta in un grande calderone appeso sul focolare. Il farro viene distribuito a mezzogiorno con sugo di magro agli abitanti di Monteleone, a cominciare dai bambini che sono i destinatari privilegiati. La festa ricorda il miracolo di S. Nicola che, passando per Monteleone ed impressionato dall’indigenza dei suoi abitanti, avrebbe fatto dono del farro per sfamarli. Un episodio, in realtà mai avvenuto, ma che rimanda alla venerazione del Santo quale dispensatore di doni e protettore dei giovani, un ruolo che oggi è passato nelle mani del più laico Babbo Natale.

Il farro di Monteleone di Spoleto, che si coltiva anche nei comuni di Poggiodomo, Cascia, Sant’Anatolia di Narco, Vallo di Nera e Scheggino- ha ottenuto di recente la certificazione di Denominazione di Origine Protetta.

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