Dagli olivi di Trevi ai boschi della Valnerina
Un panorama segnato dagli olivi quello ci accompagna il visitatore tra Trevi, Campello sul Clitunno e Spoleto. Siamo, infatti, nel cuore della Fascia Olivata che da Assisi arriva fino a Spoleto, dopo aver attraversato Spello, Foligno, quindi Trevi e Campello. Un paesaggio unico, in cui l’opera umana ha plasmato il territorio con cura e attenzione, rendendolo unico. Poco più in là, in Valnerina, il verde dei boschi prende il posto di quello degli olivi, le dolci colline fanno posto alla montagna. Ricchi di storia e di arte, questi territori affascinano il viaggiatore e danno l’idea della grande varietà di un territorio, piccolo ma estremamente ricco, come quello dell’Umbria.
Arroccato nella parte sud della Valle Umbra, tra Foligno e Spoleto, il borgo di Trevi è immerso nel magnifico paesaggio della Fascia olivata che da Assisi arriva fino a Spoleto.
Testimonianze romane e medievali si alternano tra le vie e le piazze. Particolarmente interessante il duecentesco Complesso Museale di San Francesco, all’interno del quale si trova anche il Museo della Civiltà dell’ulivo, oltre alla preziosa Raccolta d’arte di San Francesco, con la Pinacoteca e il Museo archeologico.
Numerosi anche i palazzi nobiliari, tra cui spicca Palazzo Lucarini, sede di Palazzo Lucarini Contemporary, Centro per l’Arte contemporanea realizzato e gestito dall’omonima associazione.
Nei pressi di Trevi, in frazione Bovara, si trova l’ulivo più vecchio dell’Umbria, il piantone di Sant’Emiliano, alto 9 metri , la cui età è stimata in 1700 anni.
Trevi è, peraltro, nota per la produzione del Sedano nero, un sedano più grande e saporito del normale sedano, che viene coltivato da tempo immemore, con tecniche che si tramandano da generazioni.
La valle è caratterizzata dalla presenza del fiume Clitunno, che nasce nella vicina Campello, che da esso prende appunto il nome di Campello sul Clitunno. Le sorgenti del fiume, ai margini del borgo, sono un’oasi di tranquillità in mezzo al verde. A poca distanza dalle fonti si trova il Tempietto del Clitunno, uno dei due siti umbri dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’Umanità nell’ambito del sito seriale “I Longobardi in Italia: i luoghi del potere” (l’altro è la basilica del San Salvatore a Spoleto).
Campello si divide nel caratteristico borgo fortificato di Campello Alto, risalente al X-XI secolo, e Campello Basso, edificato nel XVI secolo. A pochi chilometri, la città di Spoleto, una delle più ricche e interessanti città d’arte della regione, attende il visitatore con la sua ricchezza storica, artistica e culturale. Sorta ai piedi del bosco sacro di Monteluco, la città fu dapprima un centro Umbro, quindi colonia romana.
Divenne capitale dell’omonimo Ducato longobardo e, successivamente, uno dei capisaldi dello Stato Pontificio. Di questa sua lunga storia, Spoleto conserva numerose testimonianze. Alle più antiche origini di Spoleto appartengono l’Arco di Druso e Germanico, arco romano che introduceva al foro nell’attuale piazza del Mercato, il teatro romano, la basilica di San Salvatore, di origini paleocristiane (IV-V secolo), anch’esso patrimonio mondiale Unesco come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere. Particolarmente suggestivi il Duomo di Spoleto, ricco di opere d’arte, il ponte delle Torri, antico acquedotto, che congiunge il colle Sant’Elia e la Rocca Albornoziana, al Monteluco e i numerosi e ricchi palazzi del centro storico.
A poca distanza da Spoleto si apre la Valnerina, con la sua natura spettacolare, in cui si mescolano boschi, acque, montagne, piccoli e grandi borghi di pietra, castelli e abbazie. Un vasto territorio che va dalla Piana di Castelluccio alla Cascata delle Marmore, con scenari e paesaggi vari e unici, in cui le escursioni sono significative occasioni di conoscenza e di arricchimento culturale e spirituale.
Qui, infatti, è tuttora forte il messaggio di San Benedetto da Norcia, Patrono d’Europa, e di Santa Rita da Cascia.
Un territorio ricco di tradizioni anche enogastronomiche, legate al pregiato tartufo, così come alla produzione di ottimi formaggi e all’arte della norcineria, che proprio da queste terre si è diffusa in tutto il centro Italia.
Il nostro tour in Valnerina parte da Norcia, il centro abitato più grande e noto dell’area. Antica città dei Sabini, Nursia fu un importante municipio romano. Nel 480 circa vi nacque San Benedetto, fondatore dell’ordine monastico dei benedettini, la cui memoria è ancora oggi viva non solo grazie all’attiva presenza dei monaci, ma anche alle numerose testimonianze artistiche e architettoniche a lui legate.
Sulla suggestiva piazza principale si affacciano i più importanti e antichi edifici storici della città, a far da cornice alla statua di San Benedetto: la Castellina, monumentale rocca, oggi sede del Museo Civico e Diocesano, il palazzo Comunale, la Basilica di San Benedetto, profondamente danneggiata dal terremoto del 2016, oggetto di un imponente intervento di ricostruzione. Da vedere anche il complesso di San Francesco, oggi sede dell’Auditorium, della Biblioteca comunale e dell’Archivio storico, il palazzo dei Cavalieri di Malta, attuale sede del Museo dell’Arte Contadina, e la chiesa di Sant’Agostino, il Tempietto, l’edificio storico più originale e meglio conservato di Norcia, risalente al 1354, e le numerose chiese del borgo.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, al cui centro si trova la città di Norcia, è un autentico paradiso per escursionisti e sciatori, ma anche per gli amanti del volo libero a Castelluccio ha sede la scuola europea di volo libero del rafting e canyoning, del free-climbing e speleologia e della pesca sportiva.
Nei dintorni meritano una visita Forca Canapine (20 km da Norcia, a 1541 metri), centro turistico attrezzato per sport invernali ed escursioni, i Piani di Castelluccio, il monte Vettore (2476 metri), con il lago di Pilato e la grotta della Sibilla, e la necropoli della pianura di Santa Scolastica, con reperti databili dall’Età del Ferro fino all’epoca romana.
Norcia è stata interessata dal terremoto che colpì il Centro Italia nel 2016 e che ha danneggiato alcuni tra i tesori più importanti del suo patrimonio artistico culturale. Ancora oggi la ricostruzione non è completata, ciononostante l’accoglienza al visitatore è familiare e attenta. Il turismo è senza dubbio un’attività importante a sostegno del territorio.
A pochi chilometri da Norcia, il paese di Cascia è al centro del turismo religioso legato a Santa Rita, alla quale sono dedicati l’omonima basilica e il monastero, visitati ogni anno da un gran numero di devoti, soprattutto in occasione della ricorrenza di Santa Rita il 22 maggio. Devoti che riempiono anche la vicina Roccaporena, borgo nativo della Santa, dove ancora si possono visitare la sua casa e i luoghi del miracolo che la vide protagonista. La città offre, comunque, altri siti di grande interesse artistico come la monumentale chiesa di San Francesco, la chiesa di Sant’Antonio Abate, la collegiata di Santa Maria, con il suo ricco patrimonio di dipinti e di arredi sacri, e la gotica chiesa di Sant’Agostino.
Tra Cascia e Spoleto, lungo il percorso del fiume Nera, meritano la visita una serie di castelli, ben conservati, a partire da Scheggino, gioiellino medievale incastonato nel verde, la cui storia è strettamente legata a quella di Spoleto.
Scheggino è ricordato anche come il paese delle donne. Le cronache raccontano, infatti, della vittoriosa resistenza del borgo all’assedio tentato dal condottiero Picozzo Brancaleoni il 23 luglio del 1522. Mentre gli uomini erano intenti ai lavori nei campi e nei boschi, a difendere Scheggino ci pensarono le donne che, usando tutto ciò che poteva essere utile a respingere il nemico, salvarono il paese. Oggi, l’episodio viene ricordato con una rievocazione storica che vuole sottolineare anche l’aspetto tutto femminile della vicenda.
Le fonti di Valcasana, che sgorgano a poca distanza dal paese, offrono uno spettacolo davvero unico. Scheggino, peraltro, è meta ideale per gli appassionati degli sport acquatici lungo il Nera, degli escursionisti che hanno l’opportunità di scoprire, percorrendo i sentieri a piedi o in bicicletta, paesaggi incontaminati e indimenticabili.
Sant’Anatolia di Narco si caratterizza, invece, per la presenza di un piccolo ma curato Ecomuseo della Canapa, che ci ricorda come, nella Valnerina, fino agli anni 50 si coltivasse la canapa, di cui si utilizzava ogni parte. L’Ecomuseo offre numerose opportunità di visita, soprattutto per i più piccoli, con un’attenzione particolare alla storia del territorio e alla sostenibilità ambientale.
La parte più antica del paese è rappresentata dal castello medievale fondato nel 1198 in seguito alla distruzione del vicino castello di Narco (derivante dai Naharki, l’antica popolazione che abitava le sponde del fiume Nahar, Nera).
Nei dintorni del paese sorgono altri castelli e luoghi di culto, tra cui lo stesso Castel San Felice, antico centro medievale famoso soprattutto per l’Abbazia dei Santi Felice e Mauro, tra i più suggestivi esempi di architettura romanica umbra.
Il piccolo centro di Vallo di Nera, a pochi chilometri, che mantiene ancora l’impianto urbano medievale, si pone al centro di un territorio disseminato di chiese e castelli, tipici di un territorio isolato e dall’importante ruolo difensivo.
Altra suggestiva tappa in Valnerina è Cerreto di Spoleto, il paese dei Ciarlatani, ovvero, “Coloro che per le piazze spacciano unguenti, o altre medicine, cavano i denti o fanno giochi di mano che oggi più comunemente dicesi Ciarlatani[…]” (Vocabolario della Crusca). Nei pressi, i bagni di Triponzo, le cui acque termali erano note fin dall’epoca romana, sono luogo ideale in cui fermarsi per una coccola di benessere. Se Cerreto è il paese dei ciarlatani, Preci è il borgo dei chirurghi. Tale definizione è legata all’abbazia benedettina di Sant’Eutizio, che si trova nei pressi, oggi purtroppo gravemente danneggiata dal terremoto del 2016. Oltre che un importante monastero dotato di oratorio, alloggio per pellegrini, farmacia, scuola di paleografia e miniatura, scriptorium e persino di una biblioteca di codici miniati, l’abbazia dedicata al fondatore del paese, a partire dal 1200 e per tutto il Medioevo divenne centro della scuola chirurgica preciana diffusasi in tutta Europa. Le tecniche operatorie dei monaci benedettini vennero trasmesse agli abitanti di Preci e l’attività si diffuse tra Norcia, Spoleto, Foligno e Roma. Il centro di Preci è circondato da chiese e piccoli borghi che si perdono nel verde del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, così come quello di Sellano, la cui struttura testimonia la funzione difensiva e di controllo del castello.
Tra Cascia e Spoleto, in provincia di Perugia, troviamo il castello di Poggiodomo e quello di Monteleone di Spoleto. Quest’ultimo è noto per l’importante ritrovamento della biga etrusca, detta appunto di Monteleone di Spoleto, che oggi è esposta al Metropolitan Museum di New York. Il carro da parata, in legno rivestito di bronzo dorato e avorio, ricco di decorazioni che riproducono episodi della vita di Achille, e perfettamente conservato, fu rinvenuto nel 1902 da un contadino della zona intento ai lavori su un terreno di sua proprietà. La tomba a tumulo, principesca, si trovava all’interno di un’ampia necropoli, con tombe databili dall’Età del Bronzo al VI secolo a. C. Oggi a Monteleone, che da tempo chiede la restituzione del reperto originale, è esposta una copia in tutto simile della biga. Monteleone, peraltro, è noto anche per il suo ottimo farro Dop, la cui zona di produzione comprende anche i comuni limitrofi. I resti rinvenuti nella necropoli testimoniano come la produzione di cereali, tra cui il farro, sia stata presente in questi territori fin da tempi antichissimi. Il paese dedica al farro una suggestiva festa, in occasione di San Nicola, il 5 dicembre, in cui il parroco prepara una zuppa di farro per tutti gli abitanti, che viene distribuita in piazza, a cominciare dai bambini. La tradizione vuole, infatti, che sia stato il Santo, dispensatore di doni, a farne dono alla popolazione di Monteleone.
Tra Monteleone e Terni, nel Parco fluviale del Nera, merita una visita il paese di Ferentillo, noto per la bellissima abbazia di San Pietro in Valle, oggi in parte, relais di charme immerso nel verde, che si trova anche a pochi chilometri dalla suggestiva Cascata delle Marmore e dal vicino Lago di Piediluco.